Titignano appartenne alla famiglia Montemarte (di origine francese, venuta in Italia a seguito di Ludovico II) e funzionò quale avamposto di Orvieto verso Todi; la tradizione lo vuole edificato nel 937 da Farolfo di Montemarte, e fu ricostruito più volte fino alla prima metà del ‘300; nel catasto del 1292 è uno dei castra all’interno del piviere di Mimiano. Agli inizi del secolo XIII i tuderti si impossessarono del castello di Monte Marte, che si trovava sulla riva destra del Tevere, vicino alle Gole del Forello, talché Andrea di Montemarte, imprigionato dai tuderti, fu costretto a cedere il castello e trasferì la propria residenza principale a Titignano ed a Corbara. Nel ‘600 Titignano subì profonde modifiche, fino ad assumere l’aspetto attuale: una corte di forma approssimativamente ovale, racchiusa dal palazzo signorile di impronta rinascimentale, dalla chiesa (aggiornata alla fine dell’80 in stile neomedievale) e dal borgo. Nel 1830 il principe Tommaso di Filippo Corsini di Firenze lo acquistò ad un’asta dallo Stato Pontificio che lo aveva confiscato alla famiglia Montemarte. Osa, presso Titignano citata nel catasto del 1292 come castrum o villa Ose, è costituita dall’ottocentesca villa Netti: particolare forma di borgo, con due palazzi ad altana che si affacciano su una piazza frutto di un terrazzamento.


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